Il 29 Febbraio 2016, 4 anni esatti da quel 29 Febbraio 2012, giorno in cui il mondo conobbe il primo modello in assoluto di Raspberry Pi , la Fondazione annuncia e fa già trovare in vendita, il Raspberry Pi 3, modello B.Un nuovo modello, di cui nulla è trapelato fino a poche ore dalla presentazione.Niente di sconvolgente, in pratica è un aggiornamento del Raspberry Pi 2 modello B.
Cosa c’è in più:
– Aggiunta di Wifi 802.11 b/g/n integrato
– Bluetooth 4.1 Integrato
– Nuovo SOC BCM2387, che si differenzia dai predecessori per la CPU: ARM7 Cortex A53 , quad core da 1,2 Ghz a 64bit.
Cosa non è cambiato:
– Compatibilità con i modelli precedenti
– GPIO 40 pin
– 4 USB
– Ethernet LAN 10/100
– GPU VideoCore IV dual core, con supporto OpenGL ES 2.0, Open VG, e decoder hardware h264 1080p@30
– Connettore CSI per telecamera
– Connettore DSI per display
– 1GB RAM LPDDR2
Note:
salta all’ occhio la richiesta di alimentazione : 5,1V e 2,5A. L’amperaggio cresce ancora (era 1A per il modello 1, 2A per il modello 2 e ora 2,5 A per il modello 3), ma non è un grosso problema (se avete necessità di un progetto a basso consumo, ci sono sempre il modello A e lo Zero). Più problematico potrebbe essere quel 5,1V, visto che, sebbene il Raspberry abbia sempre dimostrato di apprezzare una tensione leggermente più alta (5,25V dicono sia l’ideale), il 95% degli alimentatori USB forniscono 5V stabilizzati, e forse questo potrebbe mettere un po’ in sofferenza il Raspberry Pi 3, vedremo. A scanso di dubbi, è già in commercio anche l’alimentatore ufficiale RaspberryPi dedicato al nuovo prodotto, che fornisce esattamente 5,1V con 2,5A massimi.
Il Bluetooth e soprattutto il Wifi integrato sono funzioni ben gradite, l’antenna è a chip saldata sulla scheda, quindi probabilmente non si potrà collegare una antenna esterna.
La CPU è forse la differenza di maggior rilievo, anche se credo che i miglioramenti che porta verranno sfruttati più avanti, con l’affinamento del software. Mi spiego meglio: la differenza più superficiale è la potenza: 1,2Ghz si traducono in una potenza di 10 volte superiore a quella del primo Raspberry, di 4 anni fa (in media, si va da 2,5 volte a 20 volte tanto, a seconda del tipo di codice). La differenza più profonda la vedremo quando ci sarà software in grado di sfruttarla: un processore a 64 bit deve essere adeguatamente sfruttato da un sistema scritto appositamente per questa caratteristica. Lo stesso vale per registri interni più numerosi e più capienti rispetto alle versioni precedenti.
I grandi assenti:
Personalmente piuttosto che maggior potenza e una nuova CPU, avrei preferito un nuovo controller, invece di usare internamente la USB per gestire l’ethernet, consentendo quindi Gigabit e Sata. Se serve maggior potenza, si possono mettere in connessione più Raspberry.
Avrei preferito anche più RAM, ora che si comincia (finalmente) a implementare OpenGL e molta (metà) della RAM disponibile andrà assegnata alla GPU.
Voi, invece, che ne pensate? Ditecelo sul forum