Se c’è una cosa che mi piace fare quando torno a casa dal lavoro stanco è svaccarmi sul divano o sul letto con della buona musica.
Per i malati di musica non c’è cosa migliore di Spotify. Non vuole essere una sponsorizzazione, assolutamente: solamente penso che sia il miglior ecosistema per quanto riguarda lo streaming on-line di musica legale.
Insomma, se già usate Spotify sapete quanto sia comodo e utile, se invece non lo usate.. Fatelo!
Spotify connect
Spotify Connect permette (come suggerisce il nome) di connettere dispositivi hardware all’ecosistema Spotify. Per dispositivi hardware intendo casse bluetooth evolute, stereo moderni o sistemi audio avanzati delle auto.
Tutto questo è molto bello, ma se come me possedete già un sistema audio con i fiocchi, perché cambiarlo in favore di qualcosa d’altro altro che supporti Spotify Connect? Certo, ne varrebbe la pena, ma non credo nessuno di noi spenderebbe 2k euro o più alla leggera…
Raspberry Pi
Esiste una libreria, su GitHub, chiamata Raspotify che permette di installare in maniera molto semplice il pacchetto software in grado di far funzionare il Raspberry come un dispositivo compatibile con Spotify Connect.
Installazione
Installare curl
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sudo apt-get -y install curl apt-transport-https |
Aggiungere la repo con
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curl -sSL https://dtcooper.github.io/raspotify/key.asc | sudo apt-key add -v - echo 'deb https://dtcooper.github.io/raspotify jessie main' | sudo tee /etc/apt/sources.list.d/raspotify.list |
Installare Raspotify con
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sudo apt-get update sudo apt-get -y install raspotify |
A questo punto basterà collegare il Raspberry alla stessa rete dello Smartphone per visualizzare nella lista di dispositivi disponibili “raspotify”.
Configurazione software
Una volta installato il client, è possibile configurare una serie di parametri che permettono di migliorare l’esperienza d’uso di questo sistema. Il file di configurazione si trova in /etc/default/raspotify
Quindi, una volta aperto il file con
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sudo nano /etc/default/raspotify |
Possiamo modificare le seguenti voci (cambiando il valore e rimuovendo il simbolo # all’inizio della riga):
- DEVICE_NAME è il nome visualizzato nella lista dispositivi.
- BITRATE è il bitrate dello streaming audio. (il max è 320)
- OPTIONS è possibile sostituire al posto di <USERNAME> e <PASSWORD> la mail e la password di spotify per permettere al client di essere raggiunto anche fuori dalla stessa rete.
Al temine eseguire il reload del demone con
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sudo systemctl restart raspotify |
Configurazione hardware
Nell’introduzione ho parlato di stereo che non vale la pena di cambiare, presumibilmente di qualità.
L’uscita jack del Raspberry non è male, certo, ma è sicuramente un insulto se parliamo di alta fedeltà.
Per ovviare a questo ci viene in aiuto un apparecchio chiamato DAC (Digital to Analog Coverter), un dispositivo che continene un convertitore in grado di trasformare i segnali digitali in segnali analogici, come sono i segnali audio standard. Si collega al Raspberry Pi tramite GPIO (ma ne esistono anche USB) e che consente di estendere le capacità del nostro computerino con una scheda audio HIFI.
Il DAC – PiFi DAC+ V2.0
Per questo progetto, grazie alla collaborazione di Kubii Italia, ho testato un DAC abbastanza diffuso, il PiFi DAC+ V2.0 che, se abbinato a due cavi RCA di qualità, “suona” veramente molto bene.
Si tratta di un HAT di dimensioni standard con connettore GPIO completo da 40 pin, che si può innestare in ogni modello di Raspberry Pi con tale connettore (praticamente tutti i modelli tranne i primissimi). E’ un clone del più famoso e conosciuto HiFiBerry, cosa che lo rende supportato da più svariati sistemi software e distribuzioni. Ma ha qualcosina in più, a differenza del cugino più conosciuto, alcune piccole chicche che lo rendono senza dubbio appetibile, e che, unito a un prezzo più abbordabile, ne hanno decretato un buon successo di vendite.
Vediamo per cosa si distingue:
- Connettori di uscita placcati oro (2 RCA + jack 3,5mm)
- Componenti discreti per una migliore qualità audio, rispetto ai componenti SMD di altre schede
- Presenza ricevitore infrarossi sulla scheda per supporto telecomando collegato al GPIO26 (non trattato in questa guida)
Comunica con il Raspberry Pi tramite l’interfaccia I2C, e il chip che effettua la conversione vera e propria è un PCM5122, che consente di avere le seguenti prestazioni:
- Frequenza di campionamento massima: 384Khz
- Risoluzione: da 16 a 32 bit
- Rapporto segnale/rumore (SNR): 120db
- Distorsione armonica totale (THD): -93db
- Gamma dinamica: 112db
Dispone inoltre di LED che ne indicano il funzionamento: uno rosso che indica lo stato normale di alimentazione, uno verde che indica lo stato di funzionamento del DAC (acceso quando in decodifica).
Per sfruttare appieno la qualità audio di questa piccola scheda, oltre naturalmente alla qualità del file sorgente, l’impianto audio al quale va collegato (amplificatore e diffusori) deve avere ottime caratteristiche, così come è consigliabile usare cavi di segnale di qualità, anche senza esagerare e pagarli più del DAC (ma magari placcati oro, per mantenere la connessione son la scheda priva di ossidazioni). Diversamente, non preoccupatevi, tutto funzionerà ugualmente in maniera soddisfacente, solo ricordatevi che state usando una bella auto, che, se messa nelle condizioni ideali, può trasformarsi, all’occorrenza, in una fantastica Ferrari.
La configurazione del DAC è molto semplice. Dal Raspberry Pi con il comando alsamixer vedrete una schermata del genere
Modificando il valore della voce “digital” e giocando con il volume dell’amplificatore trovare il giusto compromesso.
Per salvare la configurazione di alsamixer digitare
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sudo alsactl store |
Ecco qui, ora avete tutto il necessario per godervi la musica di Spotify tramite il vostro impianto casalingo, Grazie a Raspberry Pi!
Buon ascolto!
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Nota di pubblicazione
Il presente articolo è di Gab Tos, per problemi tecnici, procedo io alla pubblicazione.
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